Cravatta
Uomo

Nodo cravatta sottile

Il nodo alla cravatta stretta, capo d’abbigliamento tornato prepotentemente alla ribalta nel corso di questi ultimi anni, non per tutti è facile da eseguire.

Eppure, come possono facilmente confermare i più esperti, non soltanto annodare una cravatta slim è possibile, ma esistono addirittura diversi approcci al problema.

Il ritorno della cravatta slim

La cravatta sottile era un accessorio dell’abbigliamento maschile molto in voga negli anni ’60. Con il tempo ha ceduto il passo a varianti più larghe, più corte e più lunghe per poi riconquistare gli uomini nel corso di questi ultimi anni. In poche parole insomma anche la moda sembra vivere di corsi e ricorsi storici.

Questo tipo di cravatta, larga in genere non più di 7 centimetri, sembra essere più apprezzato dai giovanissimi. Ben si adatta ad un gran numero di occasioni e, soprattutto, a quei contesti che richiedono un abbigliamento formale ma non troppo. Una cravatta sottile può quindi andare bene per il lavoro, almeno sin tanto che si intende comunicare ai dipendenti o ai clienti un’immagine seria e professionale ma comunque non eccessivamente severa. Non abbiate poi remore ad utilizzarla anche per le uscite con la fidanzata o con gli amici e per mille altre occasioni.

La maggior parte dei prodotti immessi sul mercato viene confezionata utilizzando stoffe in tinta unita e non è raro che questi colori, dato il target giovanile a cui è indirizzato l’articolo, siano anche particolarmente accesi. Non mancano comunque degli esemplari caratterizzati da piccolissimi disegni che sdrammatizzano un po’ la situazione. Queste varianti in genere sono quelle più apprezzate dai creativi e da coloro i quali devono per mestiere puntare molto sulla loro immagine che dovrà comunicare in questo caso rilassatezza, estro e serietà. Una cravatta slim decorata ad arte è quindi perfetta se si desidera vestire seguendo uno stile chic disinvolto.

Nodo cravatta stretta: four in hand

Il four in hand è il più semplice e rapido dei nodi. Conosciuto, non a caso, anche come nodo semplice, nodo americano, oppure ancora come nodo da regata, ben si adatta soprattutto ai cravattini sottili, ma può essere effettuato anche in presenza di una cravatta dal taglio più tradizionale.

Per realizzarlo bisognerà innanzitutto sollevare per bene il colletto della camicia avendo cura di agganciare l’ultimo dei suoi bottoni. A questo punto si passerà la cravatta intorno al collo e si procederà intersecando la parte più larga con quella più stretta, rispettivamente chiamate gamba e gambetta. Attenzione: in questa fase la prima porzione di tessuto (gamba) dovrà posizionarsi sull’altra, mai il contrario.

La parte più larga della cravatta a questo punto scivolerà sotto quella più stretta per poi riemergere e sovrastare nuovamente la gambetta. Siamo quasi arrivati alla fine della procedura. Per ultimarla basterà tenere l’indice sul nodo che si sta delineando, dirigere la gamba verso l’alto e quindi far sì che scivoli nell’anello in cui è presente il dito. In questa fase è importante tenere ben ferma la parte più stretta della cravatta, stringere con delicatezza il nodo e posizionarlo quindi alla giusta altezza.

Si tratta di una procedura più facile da eseguire che da descrivere e, nonostante chi legga possa avere l’impressione che siano davvero molti i passaggi da rispettare per ottenere dei buoni risultati, in realtà questo semplicissimo nodo può essere realizzato anche utilizzando una sola mano. Pare anzi che fossero i cocchieri del 1700 a portare così la cravatta e che nelle giornate di maltempo fossero soliti governare i cavalli con un solo arto mentre con l’altro sistemavano di tanto in tanto il drappo che indossavano al collo.

A prescindere da questo, se la procedura è stata ben eseguita la cravatta avrà un nodo conico leggermente asimmetrico. Attenzione a sistemare la gambetta in maniera che non sporga ed ad allungare la gamba sino all’altezza della cintola.

Nodo cravattino: il mezzo Windsor

Si tratta del nodo per antonomasia, almeno quando si ha a che fare con un cravattino. Il mezzo Windsor, noto anche come mezzo Scappino, si caratterizza per le dimensioni un po’ più compatte e discrete rispetto a quelle che siamo abituati a vedere sui nodi classici, tuttavia la resa è comunque piacevole ed anzi particolarmente elegante.

Anche in questo caso siamo dinnanzi ad una procedura abbastanza semplice da portare a termine e che inizia con la disposizione della cravatta attorno al collo. Ancora una volta la gamba va incrociata con la gambetta e la prima sovrasterà la seconda. Il prossimo step prevede comunque che il lato più largo venga spostato passando per l’anello formatosi intorno al collo. A quel punto la gamba dovrà essere tirata verso il basso, quindi girare intorno alla parte visibile della nostra cravatta e poi migrare da destra a sinistra. Adesso la gamba tornerà all’interno del cerchio per poi passare dentro il nodo che intanto ha cominciato a prendere forma sul davanti. A questo punto non resta che stringere il tutto senza esagerare, in modo da ottenere uno stile rilassato e non eccessivamente formale.

Un consiglio: è sempre preferibile abbinare il mezzo Windsor a colletti classici o all’italiana. Questo stile si adatta alla vita quotidiana e, a differenza del nodo all’americana, prevede che la cravatta sia sempre centrata e dritta sui bottoni della camicia. Anche in questo caso però la gamba deve lambire la cintola.

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