
Come e quando è nato il cappello: storia di un accessorio sempre in voga
Nella storia della moda e della cultura popolare esistono numerosi oggetti che sono stati in grado di trascendere la sola funzione di abbigliamento, diventando degli accessori importantissimi anche per quel che concerne la moda e l’espressione di uno stile all’interno di sfilate ed eventi, oltre che nell’ambito della cultura popolare. Tra questi, c’è sicuramente il cappello, un oggetto che ormai è entrato a far parte della quotidianità di tantissime persone e che può essere indossato attraverso colorazioni, stili, dettagli e abbinamenti differenti.
Il cappello è un accessorio che non passa mai di moda anche se rispetto al passato anche questo accessorio è sempre più oggetto di personalizzazioni di ogni tipo. Di fatto, al giorno d’oggi chiunque può avere un cappello personalizzato con una immagine o una scritta grazie a siti operanti nel settore della customizzazione e a tal proposito sull’e-commerce Fullgadgets, uno dei più popolari, è possibile scegliere tra innumerevoli colori e modelli. Così come per tanti altri accessori dello stesso tipo, anche il cappello presenta una sua storia, che merita di essere raccontata e, attraverso la quale, sarà possibile scoprire di più a proposito di quel grande successo e fascino che l’accessorio ha ottenuto nel corso degli anni.
La storia del cappello: nascita e diffusione di questo accessorio
Per meglio approfondire la storia del cappello, è fondamentale partire fin dall’antichità, quando i primi copricapi sono stati utilizzati per proteggere la testa in virtù di particolari condizioni atmosferiche e climatiche. Alcuni graffiti dell’uomo preistorico testimoniano che prime forme di capelli erano diffuse già 15.000 anni fa, quando questo strumento era considerato soltanto come mezzo difensivo da piogge, cadute di sassi, rami e altre componenti atmosferiche che potevano essere particolarmente pericolose per gli abitanti dell’antichità.
Cappello nella civiltà greca
Successivamente, il cappello si è diffuso in maniera sempre più consistente all’interno delle società antiche, oltre che all’interno delle civiltà che hanno iniziato anche a connotare socialmente e culturalmente questo strumento: tra queste, merita di essere citata sicuramente la civiltà greca, che si serviva del pileo, uno strumento che, a differenza di quanto si possa interpretare oggi, non poteva essere indossato da chiunque, ma indicava soltanto l’appartenenza alle classi sociali più basse, dal momento che era solito essere utilizzato da pescatori, artigiani, marinai e operai, come testimoniato anche dai racconti omerici che vedono Ulisse indossare un pileo nell’ambito del suo viaggio di ritorno verso Itaca.
Il cappello presso i romani e nel Medioevo
Presso gli antichi romani, invece, il cappello raffigurava un simbolo di libertà, tanto che
rappresentava uno degli strumenti che veniva offerto agli schiavi quando venivano liberati dai propri padroni. Sulla base di queste prime forme di utilizzo del cappello, si sviluppò successivamente la falda, come stile di abbigliamento che veniva utilizzata sempre di più all’interno delle civiltà antiche, con il solo scopo di proteggere dai raggi del sole, soprattutto da parte di quei lavoratori che operavano in campagne o in luoghi particolarmente soleggiati.
Nel Medioevo, invece, il cappello venne sostituito dal cappuccio, che veniva utilizzato soprattutto dal punto di vista bellico, in quanto copricapo militare, o da alcuni nobili, in quanto accessorio decorativo che poteva essere arricchito da velluto, seta, pelliccia, piume, gemme. Non è un caso che uno dei cappelli più in voga nell’età medievale sia stato quello di Luigi XIV, il Re Sole, che decise di farsi impiantare un diamante da 35 carati all’interno del suo cappello, a testimonianza della sua grande ricchezza e del suo enorme potere.
Il cappello nelle civiltà moderne
Dopo aver analizzato la storia del cappello nelle civiltà antiche e fino al medioevo, si può osservare una grande evoluzione di questo accessorio nell’ambito delle età successive, soprattutto a partire dalla rivoluzione francese del 1789. Il cappello, anche in questo caso, assumeva una funzione differente, dal momento che, da un lato, era indossato dai soldati sotto forma di cuffia o feluca, dall’altro era proprio dei rivoluzionari che si servivano del berretto frigio, a testimonianza della libertà e della rivoluzione, ben rappresentata anche all’interno di una delle più celebri opere del tempo, La libertà che guida il popolo.
Il cilindro di Abraham Lincoln
Nell’ambito ottocentesco, invece, il cappello che si è sviluppato maggiormente è il cilindro, soprattutto in virtù di alcune personalità politiche e sociali, tra cui Abraham Lincoln, che usavano indossarlo in quanto rappresentazione del proprio potere. Da qui, si diffuse anche la moda del coniglio all’interno del cilindro, propria di spettacoli di magia e di alcuni grandi nomi, come Houdini.
Il cappello nell’età contemporanea
Nell’ambito della contemporaneità, invece, il cappello è diventato un simbolo stilistico che non ha nulla a che fare con l’appartenenza a determinate classi sociali o con altre motivazioni di natura politica ed economica. Tra le tante tipologie di capelli che possono essere citate ci sono sicuramente i berretti, tra cui quello dei New York Yankees, che si è diffuso in tutto il mondo grazie a numerose personalità del mondo dello spettacolo che l’hanno utilizzato, o i cappelli classici, aderenti al capo, che sono propri di una tradizione street ma che, allo stesso tempo, si è diffusa in tutto il mondo. Stesso dicasi anche delle coppole, legate alla tradizione stilistica italiane, o dei cappelli da cowboy, sempre più riscoperti negli ultimi anni.
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